All rights reserved

Letto, riletto, recensito!

faziomassimomonade@yahoo.it
letto-riletto-recensito-manchette
image-832

facebook
twitter
gplus
youtube
instagram

Seguici nei nostri social

Jimmy Morrone - Era l'anno dei mondiali - Augh! Edizioni

16/02/2020 12:59

Admin

Recensioni, home, news,

Jimmy Morrone - Era l'anno dei mondiali - Augh! Edizioni

Jimmy Morrone Era l’anno dei mondialiAugh! EdizioniLo speciale Le recensioniL’evento A cura di Salvatore Massimo FazioLo SpecialeVi annuncio come mai

news713-1582794772.pngschermata-2020-02-16-alle-13-1582794772.png

 

Jimmy Morrone 

Era l’anno dei mondiali

Augh! Edizioni


Lo speciale Le recensioniL’evento 

A cura di Salvatore Massimo Fazio


Lo Speciale

Vi annuncio come mai fatto negli anni dall’apertura del blog, che dopo diverso tempo, vi racconteremo di un libro che si è guadagnato la lode nel nostro portale. Era l’anno dei mondiali, pubblicato per i tipi di Augh! Edizioni, è la prova d’autore che afferma, consacra e impone il giornalista toscano Jimmy Morrone nel calderone di quegli autori che riescono a racontare spaccati di società, di fatti che galoppano l’onda (purtroppo negativa per un genere) della drammaticità sociale. Il tutto però con una perfezione e leggerezza della scrittura che ad un certo punto induce a chiederci perché leggiamo minchiate col marchio editoriale di major, presenti in troppe vetrine nazionali, quanto per scoprire una goccia di platino come questo libro ci si deve mettere alla ricerca (w internet!), di qualcosa che ti riattivi piacere di leggere, riflettere e di applaudire l’autore per la sua straordinaria capacità di narrare i dubbi che oltre persone si pongono, sulla propria vita quanto giunge quel momenti di inutilità che ci assale e ci fa domandare se è questa la vita che vogliamo.
Mi oso aprire con questo monito, perché è meritato e ve ne accorgerete nel momento in cui avrete il libro in mano, che per ogni capitolo c’è una citazione di un brano musicale, che a mio parere non è casuale o ispirata dal momento che viveva l’autore quando lo ha scritto, bensì è fortemente legato alla vicenda narrata.
Già il Morrone aveva dato grande prova di maturità letteraria nel 2017 con Love Hate Love. Un’aquila grande non è un aquilone; è del novembre scorso invece che ci presenta un tema essenziale, intersecato ad altri temi, che forse per mia deformazione professionale, ma non credo proprio che sia solo ciò, che inglobano tanti interrogativi sulle azioni e sulle ’cose’ che facciamo, con particolare riferimento alle relazioni di diversa natura: amicali, sentimentali, professionali, passioni et alii.
Il titolo, paradossalmente dice tutto, proprio perché rappresenta il contorno al nostro procedere quotidiano e a dirla con più enfasi (meritata!), a me subito ha impressionato la perfezione della scrittura, la stilistica e i contenuti, perché come ogni italiano medio ho la fissazione del calcio e non solo come evasione, ma come devozione (ne ho letti tanti romanzi che trattano dello sport più bello d’Italia che ogni volta che li leggo mi fanno pensare al mio cuore spaccato in due, tra l’amore per il Calcio Catania 1946 e la passione per l’A.S. Roma 1927). Cosa c’entra? Proseguite a leggere e capirete.

La Recensione

Un amico di nome Paolino, un fidanzato di nome Ivan, un corteggiatore di nome Giorgio. Una donna. L’intreccio si muove tutto attorno al perno centrale, Eva Benebelt, impiegata che, per dirla alla Cioran "passeggia sulle cime della disperazione", stanca di una monomaticità lavorativa che non esalta più le sue potenzialità. Ma il lavoro le permette di dedicarsi alla sua passione per la pittura e anche la sopravvivenza. Ciò non basta sicuramente, tanto che la donna è anche in crisi personale verso la coppia: il suo compagno, Ivan, non è più di aiuto perché si trova in una situazione di disagio che va ben oltre l’abbassamento del tono dell’umore. La depressione incombe. Sappiamo bene che queste malattie sono trasmissibili e contagiose, più di quanto si possa credere. Specie se chi vuole aiutare è invischiato o in uno stato di fragilità e confusione.
Nel suo tran tran quotidiano, un bel giorno (perché lo sarà davvero) Eva entra in un bar per ordinare una bevanda che le viene servita con relativa comunicazione che si innesca con Giorgio, barman che rappresenta la perfezione della bellezza estetica (attenzione, non dimenticate il momento critico che sta vivendo Eva, pertanto potrebbe essere anche un cesso, ma questo piccolo dubbio mi piace rimandarvelo alla lettura del libro) ma anche dell’ottima prosa della chiacchiera da seduzione,  tanto che in brevissimo tempo i due iniziano una relazione che porterà Eva a fare il grande passo: lasciare quello che ormai è l’ex compagno, Ivan
La relazione fa risorgere l’animus ormai da tempo debilitato della donna, ma anche quello dell’ex compagno che non accetta questa separazione, sino a spingersi in gesta parecchio pericolosi per l’incolumità di Eva. La donna, tra l’eccitazione e la ripresa della sua vita e il terrore che le sta arrecando l’ex compagno, si confida con alcuni amiche e colleghi. Tra questi Paolino, che inizia a manifestare un atteggiamento, anch’esso, mai rivelatosi negli anni dell’amicizia. Siamo nel surreale? La confusione rischia di far perdere la lucidità a Eva, proprio nel momento della svolta della sua vita. E ad avallare ciò, quello che non ancora chiaro, è un ulteriore atteggiamento, a tratti molto subdolo, della nuova fiamma, che ricordiamolo è il quid che ha fatto risorgere la donna.
Esposto così sembrerebbe non dir nulla di interessante, e invece sappiate, che il contorno di cui dicevo prima, il calcio, i mondiali di calcio, non è il solo elemento sociale che rende scorrevole questo romanzo, che personalmente lo inserisco anche nella casella "sociologia", tanto che, la bomba che fa tremare Eva è quella che ogni giorno legge, ascolta in radio, guarda in tv: il femminicidio, che sempre più avanza, ad una velocità che dato il nuovo momento negativo di smarrimento, non le fa capire che è lì per presentarsi sulla sua pelle. Forse.
Il Gesù (Giorgio) che resuscita Lazzaro (Eva); l’amico fidato (Paolino), che rivendica altro oltre la storica amicizia (no, no, non pensate a sessualità estreme o robe del genere, qui sta il talento dell’autore); l’ex (Ivan) che da depresso, forse soffre di ben altra grave patologia, che sembra risorto anche lui, e piuttosto che ringraziare lo scuotimento che indirettamente ha ricevuto e farne tesoro, si rivolta per peggiorare la propria situazione, metteranno a dura prova la stabilità e la vita di Eva, che.... beh adesso vi ho detto tanto. Il libro è da leggere perché oltre a consigliarlo, merita tantissimo, per la capacità di trattare il tema del femminicidio non solo in senso di omicidio, ma anche di grave persecuzione che una persona può subire ed entrare in uno stato che in psichiatria è definito come Breakdown (c’è un noto scrittore Gianfranco Sorge, che ha intitolato un suo romanzo proprio Breakdown!, e che rende bene l’idea, n.d.r.), che ad un certo punto rischia di non farti capire se aleggi nel reale o nell’irreale, fino a trovare la chiave di ciò che sembrava impossibile chiarire a te stessa medesima.

L’evento
Lunedì 17 febbraio alle ore 17:30 Jimmy Morrone presenterà "Era l’anno dei mondiali" presso la Libreria Salvemini in Piazza G. Salvemini, 18 a Firenze.

 

news713-1582794772.pngschermata-2020-02-16-alle-13-1582794772.png

Clicca sulla locandina per le info dell’incontro con Jimmy Morrone (nella foto a destra di Giada Nuti) di lunedì 17 febbraio 2020 presso la Libreria Salvemini.

Titolo: Era l’anno dei mondialiAutore: Jimmy MorroneEdizioni: Augh!Pagg.: 220Prezzo: € 15,00Voto: 10 e lode!