A cura di Federica Duello
Catania, L’avevamo intervista il 22/6/19 (clicca ovunque per leggerLa), in occasione del suo tour che aveva toccato il capoluogo etneo. Oggi abbiamo recensito quel meraviglioso libro che è andato in seconda edizione.
Tra i contesti più periferici del Sud Italia, dove i "palazzi-prigione" fanno intendere il clima di mancata sicurezza per gli stessi abitanti, arriva un’atipica insegnante delle scuole medie: diversamente dalla moltitudine dei suoi omologhi che nel corso degli anni hanno spostato le proprie vite, volenti o nolenti, dal Sud al Nord della penisola italiana, lei viene trasferita dalla pacifica anche se leggermente asettica regione del Trentino alla periferia di Palermo per insegnare in una scuola del quartiere CEP; un quartiere in cui il tempo scorre a due velocità: troppo lento per la rivalutazione urbana di cui il luogo avrebbe fortemente bisogno, troppo veloce per i bambini e gli adolescenti che quel posto lo frequentano e in cui vivono, abituati al lato magro della vita e al crescere forti e in fretta, pure, perché non c’è tempo da perdere con le "stupidaggini" che insegnano a scuola: la vera vita è per strada.
Ognuno dei ragazzi della classe di Sara rappresenta un contenitore di ciò che accade quotidianamente per le strade dissestate di quell’angolo fin troppo discostato dal rigoglioso mondo metropolitano; un contenitore dalle forme adolescenziali e con delle ombre molto oscure alle proprie spalle, specchio di realtà che, per quanto si possa fingere che non esistano, altro non fanno se non ricordarci che c’è un lato della società di cui spesso tutti si dimenticano, persino chi i dimenticati li ha a sé estremamente vicino: c’è Gaetano, con la madre che fa "la vita" ma che sbraita per tutta la scuola se il figlio fa una bravata e a causa di questa non dovrebbe più essere ammesso in classe, e c’è anche Sharon, o «Sciaron», come si fa chiamare lei, preda delle mode del momento per cui la bellezza vince su tutto. E allora via alle gare a chi bacia prima o alle prepotenze supportate da una fittizia sensazione di onnipotenza, perché la bellezza vince su tutto, ; o Rosy, ragazzina tanto volenterosa quanto simpatica ma con un leggero ritardo mentale che la fa cadere fin troppe volte preda delle voglie lussuriose dei vicini di palazzo... e cosa fare quando si ha una figlia "mal riuscita"? La si butta via, come si butta via qualsiasi cosa non desiderata, sporca, che rischia di infangare l’onore (che non si levi di bocca ai siciliani!) alla famiglia, se la si può definire come tale, ma che riuscirà a riscattarsi, esattamente come Milo, che, tra tutti i pulcini di quella grande aia, ha voglia di rivendicazione, e studia come se fosse l’unica cosa da fare al mondo (l’unica da poter fare, in fondo, pur di restare lontano dalle meccaniche della strada). Tutti, a loro modo, a rappresentare un modo di sopravvivere a quella legge della jungla... e come loro, altri ragazzi e ragazze a cui non è più concessa alcuna innocenza, ma che anzi legittimano il costante impegno verso una società che li spinge a comportarsi da grandi, perché non c’è tempo per le gioie infantili effimere.
Il libro di Francesca Maccani raccoglie le testimonianze forti di voci flebili il cui mero obiettivo è di ottenere l’approvazione di modelli sbagliati, seppur più esperienti, di loro; quelli che dicono che "la scuola non serve a niente, non serve a fare piccioli, anzi li fa spendere e basta", e tanto è sufficiente per spingere i ragazzi della zona a rubare, a lavorare in nero pur di aiutare le famiglie in difficoltà, perché "qua fiori belli non ne spuntano [...], vengono sulla polvere", ormai senza controllo alcuno. Tali voci raccontano di una realtà che dura da generazioni, che ha infiltrato la mentalità del "è così da sempre", e affinché il lettore entri nella vera psicologia di quel piccolo Paese delle Meraviglie al contrario, la nostra autrice utilizza l’unico linguaggio capace di poterlo rappresentare al meglio senza mezzi termini: il dialetto siciliano combinato alla lingua italiana, e lo fa con uno stile a noi molto familiare: i protagonisti sono bambini, dopotutto, circondati da chi, per la maggior parte, ha ormai perso le speranze di vedere la propria condizione migliorare in qualsiasi modo, anche se, come la stessa Rosy ammetterà, "nessuna nuvola resta troppo a lungo appesa in cielo".
Titolo: Fiori senza destino
Autrice: Francesca Maccani
Editore: Sem
Pagg: 138
Prezzo: € 15,00 (Formato e-pub € 7,99)
Voto: 8
Catania, L’avevamo intervista il 22/6/19 (clicca ovunque per leggerLa), in occasione del suo tour che aveva toccato il capoluogo etneo. Oggi abbiamo recensito quel meraviglioso libro che è andato in seconda edizione.
Tra i contesti più periferici del Sud Italia, dove i "palazzi-prigione" fanno intendere il clima di mancata sicurezza per gli stessi abitanti, arriva un’atipica insegnante delle scuole medie: diversamente dalla moltitudine dei suoi omologhi che nel corso degli anni hanno spostato le proprie vite, volenti o nolenti, dal Sud al Nord della penisola italiana, lei viene trasferita dalla pacifica anche se leggermente asettica regione del Trentino alla periferia di Palermo per insegnare in una scuola del quartiere CEP; un quartiere in cui il tempo scorre a due velocità: troppo lento per la rivalutazione urbana di cui il luogo avrebbe fortemente bisogno, troppo veloce per i bambini e gli adolescenti che quel posto lo frequentano e in cui vivono, abituati al lato magro della vita e al crescere forti e in fretta, pure, perché non c’è tempo da perdere con le "stupidaggini" che insegnano a scuola: la vera vita è per strada.
Ognuno dei ragazzi della classe di Sara rappresenta un contenitore di ciò che accade quotidianamente per le strade dissestate di quell’angolo fin troppo discostato dal rigoglioso mondo metropolitano; un contenitore dalle forme adolescenziali e con delle ombre molto oscure alle proprie spalle, specchio di realtà che, per quanto si possa fingere che non esistano, altro non fanno se non ricordarci che c’è un lato della società di cui spesso tutti si dimenticano, persino chi i dimenticati li ha a sé estremamente vicino: c’è Gaetano, con la madre che fa "la vita" ma che sbraita per tutta la scuola se il figlio fa una bravata e a causa di questa non dovrebbe più essere ammesso in classe, e c’è anche Sharon, o «Sciaron», come si fa chiamare lei, preda delle mode del momento per cui la bellezza vince su tutto. E allora via alle gare a chi bacia prima o alle prepotenze supportate da una fittizia sensazione di onnipotenza, perché la bellezza vince su tutto, ; o Rosy, ragazzina tanto volenterosa quanto simpatica ma con un leggero ritardo mentale che la fa cadere fin troppe volte preda delle voglie lussuriose dei vicini di palazzo... e cosa fare quando si ha una figlia "mal riuscita"? La si butta via, come si butta via qualsiasi cosa non desiderata, sporca, che rischia di infangare l’onore (che non si levi di bocca ai siciliani!) alla famiglia, se la si può definire come tale, ma che riuscirà a riscattarsi, esattamente come Milo, che, tra tutti i pulcini di quella grande aia, ha voglia di rivendicazione, e studia come se fosse l’unica cosa da fare al mondo (l’unica da poter fare, in fondo, pur di restare lontano dalle meccaniche della strada). Tutti, a loro modo, a rappresentare un modo di sopravvivere a quella legge della jungla... e come loro, altri ragazzi e ragazze a cui non è più concessa alcuna innocenza, ma che anzi legittimano il costante impegno verso una società che li spinge a comportarsi da grandi, perché non c’è tempo per le gioie infantili effimere.
Il libro di Francesca Maccani raccoglie le testimonianze forti di voci flebili il cui mero obiettivo è di ottenere l’approvazione di modelli sbagliati, seppur più esperienti, di loro; quelli che dicono che "la scuola non serve a niente, non serve a fare piccioli, anzi li fa spendere e basta", e tanto è sufficiente per spingere i ragazzi della zona a rubare, a lavorare in nero pur di aiutare le famiglie in difficoltà, perché "qua fiori belli non ne spuntano [...], vengono sulla polvere", ormai senza controllo alcuno. Tali voci raccontano di una realtà che dura da generazioni, che ha infiltrato la mentalità del "è così da sempre", e affinché il lettore entri nella vera psicologia di quel piccolo Paese delle Meraviglie al contrario, la nostra autrice utilizza l’unico linguaggio capace di poterlo rappresentare al meglio senza mezzi termini: il dialetto siciliano combinato alla lingua italiana, e lo fa con uno stile a noi molto familiare: i protagonisti sono bambini, dopotutto, circondati da chi, per la maggior parte, ha ormai perso le speranze di vedere la propria condizione migliorare in qualsiasi modo, anche se, come la stessa Rosy ammetterà, "nessuna nuvola resta troppo a lungo appesa in cielo".
Titolo: Fiori senza destino
Autrice: Francesca Maccani
Editore: Sem
Pagg: 138
Prezzo: € 15,00 (Formato e-pub € 7,99)
Voto: 8