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"La ferita" decodificatrice di Lucio Leone

12/01/2022 23:01

Admin

Recensioni, home, Alessandro Polidoro Editore, La ferita, Lucio Leone,

"La ferita" decodificatrice di Lucio Leone

Lucio Leone - La ferita - Alessandro Polidoro Editore - Le riflessioni di Gianfranco Cefali

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Lucio Leone

 

La ferita

 

Alessandro Polidoro Editore

 

 

Le recensioni in LIBRIrtà


A cura di Gianfranco Cefalì
    La lettura di questo libro fa riflettere. Io davanti lo specchio. Solo con la mia immagine. A proposito di riflessi. Guardo i miei occhi, cavità nere, non rispondono, vuoti. Ho bisogno di osservarmi meglio. Allontano la mia figura e cerco di trovarmi nell’immagine che ho davanti. Lo specchio mi restituisce innumerevoli frammenti, in nessuno dei quali mi riconosco. Sento qualcosa, sento il suono del vuoto che è il rumore più assordante. Sento qualcosa, qualcosa che cresce, invisibile, intangibile fino allo scoppio fragoroso. Il rumore lo si può percepire solo una volta che qualcosa è scoppiato, che qualcosa cadendo si è rotto, solo dopo, solo una volta che l’irreparabile è successo.

 

    Continuo a pensare. A questo libro e alle sua parole, le sue immagini, la sua storia. Sporgo il mio volto per cercare di percepire meglio qualcosa. Ora cerco anche di ascoltare. Ascoltare bene, sentire anche io lo scoppio o semplicemente sentire qualcosa, qualcuno, tutto e forse niente.

 

    Prima di quel rumore esiste altro. Esiste e permane tutta una serie di incontri perturbanti, incontri con qualcosa di indefinito che finisce con il definirci, per definirmi, per definirvi. Qualcosa di strisciante, di grossolana materia grezza impalpabile che si insinua nella mente, nel corpo, nell’essere così come io mi riconosco e come gli altri non mi conosceranno mai. Qualcosa all’inizio talmente piccolo da essere inesistente, qualcosa che posso paragonare a un piccolo puntino, come neo impercettibile sulla pelle. Allo stesso tempo mi sento attratto da quel piccolo segno sulla mia, nostra epidermide. Segno che troverà la strada per raggiungere zone della nostra mente celate nei risvegli, segregate e inascoltate. Potrebbe, quel segno nascondere un seme, un seme di una qualche pianta strana, un albero contorto dalle radici profonde quanto il tempo che non c’è più. Continuo a ragionare, ponderando bene le mie, le nostre parole. Questo libro riesce a ridare forma a una materia a cui fino a ora non avevo dato la giusta importanza, materia che avevo anche io, come molti altri, riposto in un cassetto scuro e umido. Crescono le radici e oramai è inutile cercare di fermare le striscianti e avvolgenti spire legnose gravide di qualcosa che sono io, che solo io riesco a percepire. Quel puntino, quel neo, quel segno, quel seme, si allarga, cresce e diventa anche ferita fertile per un mondo altro, un mondo che risplende nero pensieri pesanti. Allo stesso tempo mi sento accolto, mi sento vivo e potrei dormire nelle scaglie lasciate cadere dall’albero cresciuto dentro. È così caldo, confortevole, liscio.

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Lucio Leone mi ha portato in questa dimensione. Una dimensione onirica e allo stesso tempo concreta, così tangibile da fare paura. L’io del racconto iniziale dovrebbe essere declinato in un noi collettivo, perché l’autore parla a noi e ci parla di qualcosa che interessa tutti. 

Con la sua scrittura densa e avvolgente, mai ridondante Lucio Leone ci parla di depressione, lo fa mettendo in scena un romanzo crudo ed efficace, poetico e letterario, scrivendo la vita, descrivendo un uomo che cerca le ragioni più profonde che spingono le persone a compiere quel gesto così definitivo come il suicidio, per poterle salvare. Lo fa attraverso una vera e propria ferita che infligge. Entra dentro e si trova all’interno di quelle storie e solo intuendo, percependo o agendo d’istinto potrà salvare il suicida dalla morte. Pochi strumenti a disposizione: tanta pazienza e meticolosità. Oltre a essere un romanzo sulla depressione, è anche un romanzo sulle scelte, infatti l’autore si guarda bene dal giudicare i propri personaggi e lascia al lettore il compito di decodificare un proprio personalissimo giudizio sulla storia, sulle storie, sulle azioni, i comportamenti. Questo libro è stato capace di aprire una “Ferita”, dovrei dire nel mio caso di riaprire una ferita, un libro che in modo lucido fa riflettere sulla condizione dell’uomo, sulle pericolosità insite in noi, sulle possibilità e le nostre varie separazioni, da noi stessi e dagli altri. Un piccolo gioiello che, si badi bene, non serve come cura , non nell’eccezione pura di questo termine, ma è esso stesso un seme per qualcosa che può diventare d’aiuto, d’esortazione per tutte quelle voci che in silenzio gridano e che noi il più delle volte non riusciamo ad ascoltare.


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L'autore
Lucio Leone (Napoli, 1976), scrittore e sceneggiatore. Ha pubblicato il romanzo Nel buio arde (Ad Est dell’Equatore) e numerosi racconti. Nel 2016 ha vinto la Giara di Bronzo del premio letterario Rai Eri con il romanzo storico Il miracolo del diavolo. È autore di opere rappresentate in diversi teatri e spazi della sua città. Si occupa di editing e scouting presso la Wojtek Edizioni.

 

Il libro

Titolo: La ferita

Editore: Alessandro Polidoro

Pagg.: 120

Prezzo: € 14,00