Stefano Reolon
incantocorpo
Personale di pittura dal 24/7 (inaugurazione) al 13/9/ 2020
a cura di Barbara Codogno
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Salvatore Massimo Fazio
Interazione delle arti, spesso lo leggiamo, sentiamo, progettiamo, e fuori ne vengono straordinari incontri che creano una miscellanea di appassionati e non delle diverse forme che la psiche esprime. Molte volte anche delle cagate devastanti vengono fuori. Non è il caso di Stefano Reolon, né per il primo caso, né per il secondo. L'unicità dell'artista veneto, è il connubio, azzardo a dire psicologico, (per quel che può ancora valere la scienza umana più nota, ma sicuramente la non più certa), di astrazione definite attinte da una esperienza che rielaborata dalla mente e riprodotta grazie all'azione, come comportamento fugace, rapido ma oculatamente dettagliato esplode nella meraviglia dell'edonismo. 'Incantocorpo' è il titolo della mostra curata da “quello” scibile di conoscenza e cultura e, ancora, comunicazione che è Barbara Codogno. Un congiungimento che mira dritto a scuotere le coscienze. Se da una parte, la bellezza ero(t)ica di Stefano Reolon rischia di imprigionarci nelle varie sindromi studiate e alle quali furono dati nomi, per dirla scientificamente di Stendhal (anche se personalmente sono poco incline a credere a tutto ciò che fu e che attualmente è la mia professione, non perché abdico lo studio di molti, bensì il susseguente insorgere di sovrastrutture che devastano il senso ontologico del vivere), dall'altra la presentazione di questa eccellenza è dovuta alla comunicatrice, giornalista, e metteteci ciò che volete, tra le migliori rinomate nel nostro territorio, Codogno per l'appunto.
Ecco che la mostra inizia dall'impeto del pittore patavino, chissà come sviluppò la maestria di alcune delle opere che mettiamo in allegato in questo articolo, giusta pubblicità, giusto onore, giusta concupiscenza che richiama e di primo acchito e all'osservare tempistico: 5, 8, 21 minuti. Provare a trarne emuli, schizi, riproduzioni. Non saprò mai se ne saremo capaci. La mostra continua, il nome, già fatto più volte è di chi lo organizza, ci accompagna Barbara in una rassegna stampa che ambivalentemente ci consegna due scariche neuronali esogene ed endogene: chi va in ansia, e i flaconi da 8 litri di alprazolam non bastano mai; chi scarica invece adrenalina, in attesa di trovarsi innanzi all'opera cogliendone l'operato.
Da Sabato 24 luglio inaugurazione. Dal 25 luglio presso la Gallerie Civica Cavour, a Padova, fino al 13 settembre a.c. ad ingresso gratuito, vale la pena fare un salto nella città italica prima dello studio della psicologia.
In basso da sinistra un primo piano di Stefano Reolon e alcuni estratti delle mostra.