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Francesco Cusa - Il surrealismo della pianta grassa - Algra Editore - Paesi Etnei Oggi - Dicembre 2019

21/12/2019 21:27

Admin

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Francesco Cusa - Il surrealismo della pianta grassa - Algra Editore - Paesi Etnei Oggi - Dicembre 2019

Francesco Cusa Il surrealismo della pianta grassa Algra EditorePaesi Etnei Oggi Dicembre 2019Le recensioniL’ultimo numero del 2019 del mensile Paesi E

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Francesco Cusa 

Il surrealismo della pianta grassa 

Algra Editore


Paesi Etnei Oggi Dicembre 2019

La recensione

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A cura di Salvatore Massimo Fazio.


È l’apolide Francesco Cusa, fino a qualche anno fa noto al grande pubblico solo come musicista jazz, tra i più rappresentativi d’Italia, a pubblicare un saggio dal titolo emblematico, "Il surrealismo della pianta grassa", per Algra Editore in questo dicembre 2019. Libro che spazia nel bordello sociale che in un modo o nell’altro lo ha visto protagonista. 
Catanese, che oscilla la propria dimensione residenziale tra la provincia etnea, vive nel castellese, e Bologna, città che lo ha accolto quando decise di frequentare il DAMS, con questa sua nuova fatica propone alcuni capitoli non inediti, dato che trattasi di articoli già pubblicati e altre "zone del libro" riprendono ulteriori libri, quali Ridetti e ricontraddetti, e Amare dolci pilloleMa la maturità ironica e schietta nel comunicare in frame di nuovi brevi capitoli, inediti assoluti, lo pongono sicuramente all’apice della propria carriera letteraria. 
Una nota da non sottovalutare: il libro è dedicato al grande jazzista Gianni Lenoci, musicista, didatta, mentore, vate, amico fraterno, che con Francesco collaborò in giro per l’emisfero, sino a quando una triste sera del 30 settembre a.c., si colse la notizia della dipartita. Allo stesso Lenoci sono dedicati ispirazioni dirette: leggiamo  a pag. 71 due omaggi a ciò che fu il luogo di ritrovo ogni volta che i due lavoravano in Sicilia: il fu ristorante L’oste Scuro, luogo di profezie musicali e calciofile, arricchite dal gusto dell’oste Enzo.

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280 pagine di una visione che è ciò che appare, proprio perché Cusa non si nasconde come fanno imbroglioni della parola che tentano a tutti i costi di mettere in scena il Coup de théâtre per vendere qualche copia in più, trascirrebdi le serate dietro ad una piattaforma digitale a oltraggiare anche la memoria  personale smarrita in risucchi nasali. Dilettoso, amorevole, cinico, mistico, sensibile, architetto delle piramidi che la panna crea sulla granita, cibo per eccellenza siciliano, che se  non nasci in terra di trincia non conoscerai mai. E proprio la granita Francesco la onora, senza sberleffi, senza offese, senza tradirne e capovolgerne il senso, ad esempio, su come gustarla. 
A canaglie che gli diedero del folle per le sue pratiche di studio yoga, ha risposta con lezioni che hanno cambiato il senso di vedere, ascoltare, vivere, innescando quel sentimento che è la sicilianeità dentro l’anti siculaggine.
Non manca, infine, il necessario sentimento di odio per ciò che è il nemico per eccellenza del sano vivere: nella metafora del peggio, alla Juventus consegna dignitosamente il nome che gli compete: rubentus! 
Strenna natalizia immancabile sul nostro comodino per proseguire il viaggio verso l’insonnia.