Questo mese per la rubrica A casa degli ALTRI riportiamo integralmente un bell’articolo sulla passione della scrittura, uscito sul portale ICrewPlayLibri a firma di Stefano Buzzi. Il giornalista di Seregno, indagando sulle emotività di una della arti più nobili, ha intervistato la scrittrice Sabrina Servucci che ha svelato l’importanza della sua inclinazione ai pensieri zen.
A casa degli ALTRI
Sogni di Carta: Sabrina Servucci e i suoi pensieri "zen"
Di Stefano Buzzi - Giugno 19, 2019Intervista con Sabrina Servucci, operatrice di pratiche orientali e scrittrice poliedrica: poesie, pensieri umoristici e saggi sullo Shatsu.
Ancora una volta attingo, per questa intervista, all’enorme bacino di persone e artisti che ho conosciuto nei miei anni di radio. E’ una emozione che non so proprio spiegare, confrontarmi con menti estrose tenendo al guinzaglio la conversazione, dirigere le parole e le domande verso il mio bisogno di sapere e scoprire cosa si cela dietro al lato A di un artista. Ho conosciuto Sabrina Servucci poco prima di Natale, entrambi avevamo in vendita i nostri libri nello stesso piccolo atelier culturale, e così, senza saperlo, abbiamo scoperto che abitiamo nello stesso paese. Poi, qualche mese fa, è venuta ospite nel mio programma radiofonico e si è rivelata una vera forza della natura oltre che una persona piena di idee e esperienze da condividere.
E quindi perchè solo ora questa intervista qui nella rubrica "Sogni di Carta"? Perchè solo ora ho letto uno dei suoi libri, e se già avete letto qualche mio articolo, sapete che è nel mio stile partire da un libro per poi espandere come una foce a delta le mie domande alla scoperta dell’atomo primordiale che riposa nell’anima dell’artista. Ho letto la sua ultima raccolta di poesie "Le mie parole per dirlo - Verso di me", una silloge davvero intima che mette a nudo l’autore e lo espone in maniera esagerata al pensiero del lettore che si trova di fronte parole e pensieri senza alcuna barriera di protezione. Un piccolo libricino con un anima enorme, versi da condividere che entrano, secondo le regole sconosciute e misteriose della poesia, nello stomaco del lettore e si adagiano, pronte per essere assimilate e poi sentite proprie con empatia. Ma lasciamo che sia Sabrina a raccontare tutto ( o quasi tutto ) di lei e delle sue opere:
Ciao Sabrina, grazie per aver accettato di fare questa intervista, iniziamo dalla genesi del tuo amore per la scrittura. Come è nato? Quando?Grazie a te, è emozionante e divertente rispondere ad un’intervista che indaga su una passione così grande come quella di scrivere.Come tutti gli amanti della scrittura, ti risponderei, sorridendo, che il mio amore è... "da sempre". La mia capacità di scrivere in modo sempre più soddisfacente, innanzitutto per me, si è però sviluppata nel tempo. Ricordo che alle medie in italiano non andavo benissimo poi c’è stato come un salto qualitativo, probabilmente di pari passo con la mia crescita interiore e la definizione della mia indole, abbastanza riflessiva, meditativa e anche creativa e giocosa.
C’è un momento specifico in cui ricordi di aver pensato " io voglio scrivere" o un aneddoto legato alle tue "prime volte"?Non ho mai pensato "voglio scrivere", almeno all’inizio, l’ho fatto e basta; la scrittura era così parte di me che mi sembrava un’attività normale, come mangiare o lavarmi i denti. Come prima volta, come momento in cui ho avuto un feedback dall’esterno rispetto ai miei pensieri scritti, individuo un piccolo aneddoto accaduto in seconda elementare: vivevo a Roma e nevicò, un avvenimento straordinario per la città; la maestra chiese di fare un tema ed io scrissi una paginetta scarsa, a dispetto dei temi che da bambini tiravano in lungo descrizioni e concetti, ma così densa di emozioni che volle leggerla a tutti a voce alta. Ricordo che mi emozionai molto ma soprattutto scoprii, in un certo senso, che quello che pensavo ed il modo in cui l’avevo espresso poteva suscitare qualcosa anche negli altri.
Generalmente scrittura e lettura vanno di pari passo, uno scrittore è anche un ottimo lettore. Cosa leggi?Scherzando dico spesso che sono troppo impegnata a scrivere per avere tempo per leggere, in effetti leggo meno di quanto vorrei. Più che altro sono preda di veri e propri raptus; ci sono periodi in cui leggo velocemente un libro dopo l’altro ed altri in cui non leggo affatto. Se voglio volare leggo poesia. Mi piace leggere anche libri di persone che conosco, indipendentemente dal contenuto, perché mi sembra di avanzare alla scoperta di parti di loro che ancora non conosco. Ho tantissimi amici artisti e adoro ricevere per posta il pacchetto con il cd o il libro e leggere la dedica. Con l’acquisto di un libro di un autore "minore", o addirittura partecipando ad un crowfunding per pubblicarlo, ho l’impressione di aver contribuito, anche se in piccola parte, a sostenere la passione dello scrittore e ad incoraggiarlo a proseguire. Naturalmente, poi, leggo anche di materie legate alla mia professione, ad esempio testi antichi di cultura orientale.
Chi sono i tuoi autori di riferimento? Quelli che più influenzano il tuo modo di scrivere?Il mio "primo amore di libro" fu Siddharta di Hesse, regalatomi all’età di tredici anni da un ragazzo più grande di me; rimasi folgorata. Sinceramente non so se qualche autore mi ha influenzato particolarmente, non ci ho mai pensato e nessuno mi ha mai detto che la mia scrittura ricorda qualcuno. Quando gioco con le parole mi sento legata ad Alessandro Bergonzoni, il maestro dei significati nascosti; anch’io l’ho sempre fatto, sin da bambina, ma lui è davvero super. Ho letto molto, in passato, BananaYoshimoto, Wislawa Szymborska, ma anche Terzani, Serra. Ora che ci penso qualcuno che mi ha influenzato e anche parecchio c’è, è Giorgio Gaber , anche se lui le parole le recitava e le cantava. Lo definisco "il mio primo guru".
Il tuo essere scrittrice gravita nel mondo della poesia. Cosa significa per te comporre versi? Ti destreggi anche in altre forme di scrittura?Il mio allenamento è consistito, a partire dall’adolescenza, nella scrittura del diario. Sono andata avanti a scriverlo fino a qualche anno fa. E’ una forma spontanea e senza una particolare struttura ma aiuta a "mettere nero su bianco" fatti, emozioni, dubbi, risposte. Nelle pagine dei miei diari però potevi trovare anche piccole storielle, battute, brevi frasi simili a poesie. La poesia o, meglio, quelle che io definisco più umilmente riflessioni poetiche, ha avuto molto spazio; credo che sia una forma che consente di scrivere di getto e brevemente, fermare un attimo, una sensazione, un’intuizione, un dolore. Man mano ho trovato sempre più una sintesi, mi piace, adesso, scrivere versi brevi, poetici od umoristici non importa. Sono come "sferzate di pensiero". Ho scritto anche canzoni, articoli giornalistici ed un saggio e in questi casi, naturalmente, si argomenta in modo più dettagliato ed esaustivo.
Prima hai accennato alla tua professione, so che sei una operatrice di discipline orientali. Nell’ottica di capire come queste discipline si intersecano e influenzano con la scrittura, ci dici brevemente esattamente di cosa ti occupi?Sono, fondamentalmente, un’operatrice Shiatsu che ha approfondito con molti anni di studio la medicina cinese. E’ la mia professione da venti anni ormai. A questo affianco la pratica e l’insegnamento del Qi Gong, una "ginnastica medica" che, come lo shiatsu ma eseguita in gruppo, aiuta a sbloccare stasi energetiche, aumentare l’interezza tra corpo, mente e spirito, a sciogliersi, a "sentirsi " meglio, a respirare e meditare in modo poco statico, muovendosi lentamente, a prendersi una vacanza benefica rispetto ai ritmi intensi che la vita sollecita.
E quindi come confluiscono questi due mondi? Ne è nato un libro giusto?In generale, se penso a come confluiscono il mondo della scrittura e quello dello shiatsu mi viene da dire che lo shiatsu è un ascolto profondo di sé e della persona che si tratta. E’ una comunicazione non verbale priva di sovrastrutture, molto veritiera. A parole posso raccontarti molte cose di me, aggiustare il tiro, se credo, consapevolmente o meno, ma le tensioni del mio corpo, le zone fredde o calde, prive di energia o piene e bloccate, il mio modo di respirare, la mia capacità di affidarmi e avere fiducia... sono aspetti che dicono molto. Lo shiatsu aiuta a mettersi in contatto innanzitutto con se stessi e, in fondo, anche la scrittura è questo, solo che vuole tradurre il tutto, fermarlo e, a volte, renderlo fruibile anche ad altri. Nello specifico, lo shiatsu ha invaso la mia passione di scrivere quando ho deciso di scrivere "Punto di conTatto - Quando lo shiatsu entra in ospedale", un saggio pubblicato da Infinito Edizioni. E’ un libro che racconta la mia esperienza professionale, molto speciale, dell’utilizzo della mia disciplina e della profonda e potente azione delle mani con persone uscite dal coma con gravi cerebrolesioni e alterazioni della coscienza.
Mi sembra di capire che è il libro a cui sei più legata. Giusto?E’ quello che chiamo il mio "libro vero", quello che ho sentito di scrivere per diffondere contenuti importanti che non potevo tenere per me, per cui mi sono messa alla prova cercando un editore, che ancora presento in giro e divulgo come posso. Il mondo può fare certamente a meno delle mie poesie e delle mie battute, per quanto fa piacere anche in questi casi avere dei confronti o dei feedback, ma le storie e le esperienze raccontate in "Punto di conTatto" sono un patrimonio cui ho ritenuto doveroso "dare voce", proprio perché i miei "Maestri silenziosi" non possono farlo. Sono persone che vengono definite "in stato vegetativo" o "in minima coscienza", sono in una condizione di vita misteriosa e spesso ignorata, ma se si sa ascoltarli si esprimono ed io ho imparato molto da loro.
Ho letto il tuo "Le mie parole per dirlo". L’ho trovato davvero molto introspettivo, e del resto il sottotitolo è "Verso di me". Quanto è forte la necessità di scrivere "verso di te" e che difficoltà ci sono nel mettersi in gioco in maniera così esplicita?"Le mie parole per dirlo" è il mio ultimo libricino, scritto nel 2016. In effetti si, è stato un mettersi in gioco, rivelarsi senza ritegno. La verità interiore, o cercare di avvicinarsi sempre di più a qualcosa che le assomiglia, è una questione che mi interessa. Accettare ogni parte di noi, i nostri talenti, i nostri limiti, andare in profondità, ci aiuta anche ad apprezzare gli altri.
Ci racconti la storia di come è nata questa raccolta di poesie?Dopo aver scritto "Punto di conTatto" nel 2015 e, subito dopo, un libretto di aforismi umoristici, ho sentito la necessità di ritrovare anche altre parti di me. Ho fatto in giro nel pc e tra foglietti sparsi ed ho messo insieme quello che mi sembrava interessante ed attuale; del resto la precedente raccolta di poesie era del 2008 e, forse, io ero cambiata o avevo da dire cose in modo diverso. Come è riportato alla fine del libro è "una raccolta di riflessioni poetiche seminate negli ultimi anni per dare carta bianca alle emozioni".
Hai scritto anche un libro di pensieri umoristici. Ci parli di questo lavoro?"E ancora RidiAmo! - La carica dei 101 pensieri "amoristici" (poco zen)" è un ampliamento di un precedente libretto ("RidiAmo!") che conteneva solo 21 aforismi. E’ qualcosa a cui sono molto affezionata, che sento molto vicino al mio modo di essere. Viene da un periodo arrabbiato ed ho cercato di stemperare alcune ferite. Si tratta di tagliente "sarcasmo terapeutico al femminile" espresso con pensieri umoristici d’amore (che ho ridefinito "amoristici" :-), per riflettere (luce e buio), ridere e far ridere con le lacrime. Del resto, "credo che la scrittura sia la mia terapia ma anche la mia malattia e l’umorismo un salvavita... amo giocare con le parole anche quando mi diverto solo io ed invitare le lucciole dentro alle lanterne".
A questo punto facciamo il riassunto di tutte le tue pubblicazioni?"Procedere con karma" (2008)"Fiabe e filastrocche di una bambina grande" (2013)"RidiAmo!" (2014)"Punto di conTatto - Quando lo Shiatsu entra in ospedale" (2015)"E ancora ridiAmo! - La carica dei 101 pensieri ’amoristici’- poco zen" (2015)"Le mie parole per dirlo - Verso di Me" (2016)
Dove e come si possono acquistare i tuoi libri?Naturalmente da me, con dedica! E poi, tranne i primi tre che non sono pubblicati ma solo stampati, nei principali circuiti on line o in libreria. Assaggi dei miei tre ultimi libri li trovi anche su facebook, ho una pagina dedicata per ognuno di loro, oltre ad un profilo personale. Mi piace entrare in contatto con chi mi legge e ricevere commenti post-lettura, se sono d’accordo poi pubblico le recensioni.
Attualmente c’è un nuovo progetto in corso? Se sì di che si tratta?Ho due o tre idee che si stanno sviluppando giorno dopo giorno ma non so quale avrà la meglio. Non sento l’urgenza di pubblicare altro. Andrà, credo, come è sempre andata: all’improvviso quello che da tempo ho in testa si comporrà velocemente come un puzzle, subirà una forte accelerazione ed io mi siederò e scriverò tutto in poco tempo. La passione della scrittura, nel frattempo, la esercito anche in altri modi: sto collaborando come redattrice con una rivista digitale e come "curatrice" (editor) per testi di altri autori, un modo di cucinare parole, quest’ultimo, che mi piace molto. Con un’amica musicista poi stiamo pensando di proporre in giro un piccolo spettacolo, un modo per far uscire le parole dalle pagine, farle ascoltare, recitarle e cantarle a gran voce.
Una domanda che riciclo sempre, ma è per me quasi una questione di vita o di morte saperlo. Sabrina Servucci quando scrive? Abbiamo nell’immaginario comune, o forse solo nel mio, l’idea dell’artista che di notte non dorme per scrivere. Tu? Segui l’ispirazione e quindi senza orari, o ti imponi una regola e un determinato periodo della giornata?No, no... io la notte dormo! Scrivo in qualsiasi momento, non ho momenti speciali della giornata né regole da osservare. Le parole mi sorprendono all’improvviso e mai mi mancano foglio e penna a portata di mano. Succede, però, che arrivi, nel dormiveglia, un’idea, una frase che "suona", portate dalla notte chissà da quale mondo sconosciuto e se le perdo svegliandomi mi arrabbio. Le lascio andare pensando che , forse, tornano in quel territorio non nostro da cui accingiamo. Non pensate anche voi che forse chi scrive si limita ad ascoltare voci, emozioni, esperienze collettive, a catturarle e a regalarle nuovamente?
Ringrazio Sabrina per la disponibilità, l’entusiasmo e la loquacità con cui ha risposto alle mie domande. Spero che questa intervista sia stata per voi lettori, come lo è stata per me, un momento di scoperta e di arricchimento personale.
L’autrice
Sabrina Servucci è nata a Roma ma vive in Brianza da trenta anni. Dopo aver lavorato in ambito commerciale, nel marketing e nella comunicazione, nel 1998 inizia a studiare Shiatsu e Medicina Cinese, un cambiamento fondamentale che riguarda inizialmente il suo punto di vista e poi la sua professione.Fino ad una decina di anni fa i suoi scritti venivano erogati esclusivamente tramite il profilo facebook a suo nome, dove coltiva più di mille contatti, in particolare con persone legate alle discipline bionaturali, all’arte ed alla musica.Nel 2008, le viene voglia di raccogliere in un unico volume una selezione di poesie scritte nell’arco di 30 anni, dai 14 ai 44 anni di età, e stampa "Procedere con karma", con la sua "BenEdizioni". Sia il titolo della raccolta che il nome della sua fantomatica casa editrice sono frutto di giochi di parole che la caratterizzano. Seguono "Fiabe e filastrocche di una bambina grande" (2013) e, l’anno seguente, "RidiAmo!".Nel marzo 2015 - pubblicato da Infinito Edizioni - il suo primo libro "vero", il saggio "Punto di conTatto - Quando lo Shiatsu entra in ospedale", che racconta con intensità e, incredibilmente, anche umorismo, molti anni di pratica Shiatsu con persone uscite dal coma con gravi cerebrolesioni (definite in "stato vegetativo e minima coscienza"), esperienza unica in Italia, più recentemente ampliata lavorando anche con persone affette da Sla o in fine vita presso Hospice.Ampliamento del precedente libretto "RidiAmo!", nel novembre 2015 edita "E ancora RidiAmo! - La carica dei 101 pensieri "amoristici" (poco zen)". In questo caso non ritiene di dover cercare un editore ed utilizza il self-publishing che le dà comunque modo di diffondere, con chi già la segue e la legge, qualcosa di completamente diverso: si tratta di tagliente sarcasmo terapeutico al femminile espresso con aforismi e pensieri umoristici d’amore (amoristici :-), per riflettere (luce e buio), ridere e far ridere con le lacrime.La sua ultima pubblicazione (novembre 2016), sempre in self-publishing è "Le mie parole per dirlo - Verso di me" una raccolta di riflessioni poetiche seminate negli ultimi anni, per dare carta bianca alle emozioni.
La proprietà e il copyright dell’articolo è di ICrewPlay Libri e Letteratura