Nasce SideKar, costola di Arkadia Editore. L'esordio è
"Stato di famiglia" di Alessandro Zannoni
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Le recensioni in LIBRIrtà
Con Stato di famiglia, di Alessandro Zannoni, l’isolana sarda Arkadia editore, giovedì 11 aprile 2019, debutta con una nuova collana, SideKar, curata dalle sorelle, anch’esse isolane, ma di matrice sicula, Ivana e Mariela Peritore.
Recensione.Le storie che lo scrittore ligure, racconta in questa, a nostro parere, antologia più che raccolta di racconti, sono ’formulate’ nello stile della retroazione. Tutte. E tutte hanno una innovazione in materia di nichilismo: se con papà Nietzsche o con l’affascinante Shopenhauer, quella perdita di valori, seppur radicale, ha uno spiraglio di luminosità per sperare di uscire da un vortice in cui non si riesce facilmente a determinarne un aspetto positivo, o ancora se in Caraco, Cioran o lo stesso Sgalambro, la speranza muore prima ancora di essere ambita attraverso la distruzione di certezze, in Zannoni, non si auspica nemmeno un millesimo di possibilità al risveglio di quella seconda opportunità che spesso diamo all’altro che nei nostri confronti sbaglia, marchiandoci con un timbro che spesso distrugge il nostro vissuto sociale.
Fissate bene la copertina, studiata ad hoc. C’è l’idea di famiglia, esposta e in bella posa per una foto. I volti vengono censurati da strisce di colore giallo (quel colore che richiama la vitalità ma anche i margini della schizofrenia in materia medica). Perché ci sono questi oscuramenti dei volti?
Tenterò di dirvi la mia spingendomi oltre e mantenendo quello stile che ha contraddistinto, e che ci ha portato fortuna, del blog che qui rappresento.
Sociologicamente, la comunicazione e l’esposizione verso margini di socialità era, prendiamo a caso un periodo pre ’68, battezzata inesorabilmente col crisma di un conservatorismo (non pensate a manifestazioni o fazioni politiche, quelle mandatele al diavolo!) dove il buon padre domenicale, andava allo stadio vestito da "domenica" per l’appunto. Di rigore il cappello e l’abito, elegantissimo, per sfogare, attraverso sfottò il rivale tifoso dell’altra squadra, una settimana di impegno per far vivere al meglio la propria famiglia.
O la madre, dedita totalmente alla cura dei figli. Questa cura che si aveva la possibilità di essere mostrata nei nuclei familiari o con intimi amici, a chi meglio poteva vantare una ex-ducere ben strutturata, fintanto che i pargoli, educatamente venivano sottomessi alle idiozie dei genitori: "gioca con tuo cugino" o "recita la poesia per la zia" o ancora "racconta del fidanzatino", dunque questo curarsi dell’allevare un ottimo stato di famiglia, proprio come il titolo, si è evoluto, grazie a periodi o momenti che hanno distinto aspetti importanti.
La rivoluzione sessuale, gli anni di piombo, la magnificenza della cocaina negli anni ’80 e ’90, o lo sdoganamento verso lidi accademici della figlia, (la figlia, la femmina, la donna!), che si apprestava a recarsi fuori città per frequentare l’Università sino a giungere alla laurea, col rischio di critiche che giungevano da parti terze "quelli mandano la loro figlia a studiare... chissà che studia questa", e giù a risate maliziose, mentre nella stanza o nell’antro della loro casa, i propri figli iniziavano ad accusare disturbi di personalità perché la ’retrogradozia’ (fatemi passare il neologismo) familiare li soffocava, così, giusto per il vanto di due imbecilli che creavano un nucleo familiare.
Quanto scritto cosa c’entra col nuovo libro di Alessandro Zannoni? Molto! Lo spiraglio di luce di cui, nichilisticamente, prima dicevamo, è figlio di retaggi culturali errati e troppo arcaici, ma anche di ciò che l’evoluzione ha imposto.
Ecco perché con Zannoni, non cogliamo speranze di ripresa. Un fatto devastato, tale rimarrà, nel proseguimento della propria vita e nell’azione a seguire: l’omicidio.
Non a caso, e non sarebbe corretto, né da chi sta recensendo, né per chi ha già prenotato la propria copia nella libreria che più gli aggrada, uno solo dei racconti in minima parte lo raccontiamo al fine di chiarirvi quante parole ho sprecato sino ad ora:
Federica uccide la madre, perché la sua comunicazione - la ricordate quella comunicazione con margini di conservatorismo di cui prima?-, viene drasticamente interrotta dalla stessa madre con un gesto di rinforzo negativo, dicesi punizione in altri momenti storici. La giovane è totalmente assorbita dal suo smartphone, che è l’oggetto di continua relazione e interazione per il suo futuro relazionale. La ragazza, non studia, non è concentrata, non risponde alle domande di una partecipazione familiare, in lei esiste solo la comunicazione, nonostante e a scuola e a casa, tra le righe del racconto lo si comprende chiaramente, è una comunicazione malata, proprio perché il suo cellulare la rapporta col mondo, ma il suo mondo è divenuto prigione e gabbia di quella apertura che nel corso della storia ha portato ad evoluzioni sociali comunicative e che sociologicamente tornano a far male più di un boomerang: una famiglia che con il proprio stesso procedere, ha distrutto se stessa, nel nome della evoluzione e della tecnologia avanzata.
Il libro di Alessandro Zannoni, è un capolavoro noir, che merita di essere accolto in ogni periferia della nostra mente: nel paradosso della violenza, presente in tutti i racconti, ma azzarderei a dire solo di primo impatto, diventa formazione itinerante per evitare cadute dalle quali, come lo stesso ci omaggia, non ci rialzeremo mai. Al male, non si comanda!... specie se lo plasmiamo noi stessi!
Debutto con lode per SideKar, per Zannoni, per Arkadia, per l’editoria indipendente che non ha scheletri nell’armadio, ma solo tanta fatica e tanta voglia di diffondere autori di spessore, già nel firmamento e altri novizi.
Titolo: Stato di famigliaAutore: Alessandro ZannoniEditore: Arkadia/SideKarPagg.: 84Prezzo: € 13,00Voto: 10 e lode!
La prima assoluta si terrà giovedì 11 aprile 2019 presso il Lavoratorio Artistico, in Via dei Giardini, 20 a Sarzana (La Spezia) e in contemporanea si potrà seguire il tutto su www.radiorogna.it