John Cage - Silenzio - Il Saggiatore
Le recensioni in LIBRIrtàA cura di Domenica Blanda (alias Anna Cavestri).
Il testo che è tradotto integralmente in italiano da Giancarlo Carlotti, raccoglie una serie di articoli, conferenze e di saggi scritti da John Cage tra il 1937-1961. E’ stato pubblicato per la prima volta nel 1961, quando Cage aveva 49 anni ed una fama circoscritta alla cerchia dell’avanguardia colta americana.Il libro fece epoca diventando la bibbia della contro cultura degli anni ’60.
Silenzio si pose come il vademecum di un nuovo umanesimo, contro la frammentazione del sapere, per una convivenza fra discipline diverse: la musica, la danza, l’arte figurativa e fra scienza e spiritualità ma anche tra filosofia e umorismo, fra suono e silenzio.
Il maestro John Cage rivoluziona il concetto tradizionale e accademico di musica e si spinge verso nuove frontiere della sperimentazione sonora applicando il metodo della composizione attraverso la consultazione dell’I Ching così da affascinare con il racconto con degli episodi della sua vita, come parabole zen.
Nel libro si affronta uno dei concetti cardine dell’opera di Cage: l’uso del silenzio, importante quanto le note, tanto che «Ma, dice, a pensarci bene veramente silenzio non è mai. In qualsiasi situazione, persino dentro a una camera anecoica, si può udire qualcosa».
Per Cage, il silenzio è una parte integrante di un brano musicale, che ha la stessa importanza delle note suonate. Il silenzio totale non esiste se non in un vuoto pneumatico: ovunque vi siano persone o qualsiasi forma di vita vi sarà qualche tipo di suono.
Nei suoi lavori, Cage non usa mai il silenzio assoluto, ma semmai le varietà di suono generate dalla natura o dal traffico, che normalmente passano inosservate e non vengono considerate musica: «Perché secondo il musicista i rumori sono utili alla nuova musica quanto le cosiddette note musicali, per il semplice motivo che sono suoni».
E ancora: «La musica è in primo luogo nel mondo che ci circonda, in una macchina per scrivere, o nel battito del cuore, e soprattutto nei silenzi. Dovunque ci troviamo, quello che sentiamo è sempre rumore. Quando lo vogliamo ignorare ci disturba, quando lo ascoltiamo ci rendiamo conto che ci affascina».
I frequentatori abituali delle sale da concerto si ritrovarono letteralmente disorientati di fronte a novità di tale portata, alle quali assistevano del tutto inermi, così come i rappresentanti delle più assopite gerarchie musicali. Cambiamenti così significativi scompaginarono profondamente il mondo musicale contemporaneo, con trasformazioni tali da delineare un vero e proprio spartiacque nella storia della musica.
Fu grazie agli esperimenti fatti all’interno della camera anecoica se Cage arrivò a proclamare che il silenzio non esiste: «Dopo essere andato a Boston mi recai in una camera anecoica dell’università di Harvard. Tutti quelli che mi conoscono sanno questa storia. La ripeto continuamente. Comunque, in quella stanza silenziosa udii due suoni, uno alto e uno basso. Così domandai al tecnico di servizio perché, se la stanza era tanto a prova di suono, avevo udito due suoni. ’Me li descriva’, disse. Io lo feci. Egli rispose: ’Il suono alto era il suo sistema nervoso in funzione, quello basso il suo sangue in circolazione’».
Cage così concluse: «Dunque, non esiste una cosa chiamata silenzio. Accade sempre qualcosa che produce suono». Ma il suo "silenzio" diventa una musica carica di valenze che variano a seconda di chi lo attua e di chi lo ascolta, e dagli imprevisti possibili dovuti alle varianti di spazio e di tempo in cui il "silenzio" accade.Gli spartiti di Cage scritti nella più pura casualità, mettendo dei punti a caso e tracciando poi dei pentagramma alla ricerca di nuovi suoni.
«Prendo un pezzo di carta e, su di esso, fisso due punti. Poi traccio linee parallele su un foglio trasparente, per esempio cinque linee, ma non dico a quale linea corrisponda ciascuna categoria. Il foglio trasparente può sovrapporsi al pezzo di carta con i punti in qualsiasi posizione, e la lettura dei punti può compiersi tenendo conto di tutte le caratteristiche che si desideri distinguere».
Curiosa e qausi surreale è stata la sua partecipazione al gioco televisivo a quiz "Lascia o Raddoppia" di Mike Bongiorno, alla fine degli anni ’50, come esperto di funghi, rispose correttamente al domandone finale vincendo una cifra di tutto rispetto. Ogni tanto scriveva anche di funghi, come nella simpatica conversazione immaginaria con Erik Satie.
Il pensiero musicale di Cage e la sua ricerca spirituale sono fatalmente figli delle atrocità del ’900 e di Hiroshima: i suoni sommessi su cui lavorò durante la seconda guerra mondiale. Lo studio e la pratica del buddismo zen, gli offrì un valido strumento per ritrovare una sua armonia.
Questo testo è importante per chi vuole comprendere il paesaggio sonoro in cui viviamo.Anche se le sue composizioni rimangono appannaggio per pochi, il suo pensiero si riflette sia nella musica di oggi che nell’arte nel suo complesso.
L’originalità di 4’33’’, che ha tenuto in scacco un ’intera sala di concerto sull’arco di 4 minuti e 33 secondi non offrendo altro che silenzio o rumore di sottofondo involontario, è stato un atto rivoluzionario.
Gli va dato atto nella sua carriera di aver osato l’indicibile e l’inaudito insieme e di aver dimostrato che l’arte è innanzitutto un esercizio ludico e che non esistono o non dovrebbero esistere regole fisse. È un testo per appassionati di musica o solo dell’artista Cage, di piacevole e interessante lettura.
Titolo: SilenzioAutore: John CageEditore: Il SaggiatorePagg.: 320Prezzo: € 42,00Voto: 10