Slavoj Zizek - Contro i diritti umani - il Saggiatore
Gli evergreen
(Contro la retorica imperante: i diritti umani come specchietto per le allodole e funzione di distrazione agita dal neocolonialismo). A cura di Francesco Cusa per Gli evergreen,cui le considerazioni sono in parentesi.
Rony Brauman, che coordinava gli aiuti a Sarajevo, ha dimostrato che presentare la crisi come "umanitaria", è stato il frutto di una scelta eminentemente politica: in sostanza prendere le parti della Serbia nel conflitto.- La domanda è: che genere di politicizzazione mettono in atto coloro che intervengono in nome dei diritti umani contro il potere cui si oppongono? Propongono un’idea diversa di giustizia, o si oppongono ai progetti di giustizia collettiva? (...) La politica umanitaria, antipolitica volta semplicemente a evitare la sofferenza, equivale a un implicito divieto di elaborare un progetto collettivo concreto di trasformazione sociopolitica.
Balibar: l’uomo deriva dal cittadino, e non il cittadino dall’uomo. Arendt sui rifugiati: La concezione dei diritti umani è naufragata nel momento in cui sono comparsi individui che avevano perso tutte le loro qualità e relazioni specifiche, tranne la loro qualità umana (L’"homo sacer" agambeniano, l’essere umano ridotto a "nuda vita").
Secondo una dialettica strettamente hegeliana tra universale e particolare, proprio quando un essere umano viene privato della sua particolare identità sociopolitica, che rappresenta la sua cittadinanza determinata, egli smette in un sol colpo di venire riconosciuto o trattato come essere umano. Ranciére: che cosa succede quindi ai diritti umani quando sono i diritti dell’ "homo sacer", di chi è escluso dalla comunità politica? Quando non servono, si fa la stessa cosa che fanno le persone di buon cuore con i loro vestiti vecchi. Si danno ai poveri. Questi diritti che si rivelano inutili per noi vengono spediti fuori, insieme alle medicine e ai vestiti, alla gente priva di medicine, vestiti e diritti. Questo è ciò che viene chiamato "Diritto all’Interferenza Umanitaria", un diritto che alcuni stati si arrogano per il supposto beneficio delle popolazioni vittimizzate, e molto spesso contro il parere delle stesse organizzazioni umanitarie.- In termini leninisti, effettivamente i diritti umani delle vittime sofferenti del Terzo Mondo rappresentano oggi il diritto dei poteri occidentali di intervenire politicamente, economicamente, culturalmente e militarmente nei paesi del Terzo Mondo a proprio piacimento. (Formula lacaniana del mittente che riceve il suo stesso messaggio dal ricevente-destinatario in forma invertita, cioè vera).
Poiché i diritti umani sono depoliticizzati, vanno considerati in base a una logica appropriata: va rimessa in campo l’opposizione prepolitica tra Bene e Male (e torniamo rprepotentemente alle cose dette e ripetute dal sottoscritto da decenni, ovvero che il territorio del razionale è il territorio della superstizione occultata. In altre parole l’umanitarismo liberale incontra la posizione estrema di Foucault sul terreno della depoliticizzazione).
Foucault: il sesso è il risultato delle molteplici politiche della sessualità. Zizek: I diritti umani sono, in quanto pratica politica che dà forma al cittadino, una falsa universalità ideologica, che NASCONDE E LEGITTIMA LA REALE POLITICA DELL’IMPERIALISMO OCCIDENTALE, GLI INTERVENTI MILITARI E IL NEOCOLONIALISMO. Una lettura marxista descrive adeguatamente il contenuto che dà alla nozione di diritti umani il suo specifico orientamento ideologico borghese: i diritti umani universali SONO IN REALTA’ I DIRITTI DEI BIANCHI, MASCHI E BENESTANTI, DI OPERARE LIBERI SCAMBI SUL MERCATO, DI SFRUTTARE GLI OPERAI E LE DONNE E DI ESERCITARE IL PREDOMINIO POLITICO. Il feticismo delle merci rende gli individui quali incarnazioni contingenti di astratti universali. In questo senso l’individuo contemporaneo svolge una professione- elettricista, cameriere o insegnante - mentre è privo di senso sostenere che il servo medievale facesse di professione il contadino.
Marx ed Hegel: l’universalità diventa "per sé" solo quando gli individui non identificano più completamente il nucleo del loro essere con la particolare situazione sociale. L’esistenza concreta nell’universalità è, dunque, l’individuo senza un posto preciso nell’edificio sociale (aggiungiamo anche il "folle" in Pirandello).
La comparsa dell’universalità, la sua entrata nell’esistenza effettiva, è quindi un atto estremamente violento di distruzione del precedente equilibrio armonico.- Ranciére: LA DEMOCRAZIA FORMALE E’ UN’ESPRESSIONE CONCRETA FATTA DI SFRUTTAMENTO E DOMINIO DI CLASSE.
Lévi-Strauss: l’apparizione dell’egaliberté è UNA FINZIONE SIMBOLICA CHE, IN QUANTO TALE, POSSIEDE UN’EFFICACIA REALE.