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Paolo Pecere con "La vita lontana", pubblicato per LiberAria, stasera alla libreria Vicolo Stretto di Catania

01/06/2018 02:01

Admin

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Paolo Pecere con "La vita lontana", pubblicato per LiberAria, stasera alla libreria Vicolo Stretto di Catania

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Le interviste - Paolo Pecere con "La vita lontana", LiberAria, stasera alla libreria Vicolo Stretto di Catania 


Approda a Catania, presso la libreria delle sorelle Sciacca, la notissima Vicolostretto in Via Santa Filomena, il primo romanzo dello storico della filosofia Paolo Pecere, "La vita lontana". Pubblicato per i tipi pugliesi di LiberAria, col romanzo, si sugella l’esordio nella narrativa, perché l’autore ha scritto sempre di filosofia, col taglio giornalistico su riviste e quotidiani nazionali, vantando pure delle pubblicazioni in area saggista, quali con Mimesis, nel 2015 "Dalla parte die Alice. La coscienza e l’immaginario".

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Chi è Paolo Pecere?Paolo Pecere è ricercatore universitario di Storia della loso a.Tra i suoi libri: La loso a della natura in Kant (Pagina, 2009); Dal-la parte di Alice. La coscienza e l’immaginario (Mimesis, 2015).Scrive di loso a, letteratura e viaggi su riviste e blog, tra cui "In-ternazionale", "Il Tascabile - Treccani" e "minimaetmoralia", eha collaborato con RAI-Filoso a. Suoi racconti sono comparsisu "nazioneindiana" e "Nuovi argomenti". Questo è il suo primoromanzo. 

Intervista a cura di Salvatore Massimo Fazio.1. "La drammaticità che emerge dal tuo romanzo, è uno spaccato di vita comune a molti: la fuga di un membro della famiglia, gli altri costretti a rimanere soli e darsi da fare. Livio, riesce ad esulare dal bullismo, grazie alla passione per il teatro, e va via anche lui, dopo suo padre. È anche questa una forma di menefreghismo verso la donna madre moglie che ha tirato da sola la baracca?"

Nella storia ci sono personaggi che vanno via dalla famiglia, e personaggi che restano tenacemente sulle proprie posizioni. Il personaggio di Livio in realtà non riesce mai a staccarsi veramente dalla madre, a differenza del fratello Marzio. Ogni suo movimento appare come un tentativo di richiamare l’attenzione e essere seguito. E’ piuttosto Dora che, per sbloccare la situazione, a un certo punto partirà senza avvertirlo.

2. Quando Marzio va via Dora rimane sola, isolata. Un marito che si è rinchiuso in un monastero indiano ed è una sorta di prete/guida/popu; due figli che trovano altrove la propria dimensione. Fin quando.... Livio si ammala e la madre sa dove si trova. Parte per aiutarlo, tornano, e poi si ricadrà in quel limbo chiamato Italia. È una denuncia sociale il tuo romanzo? 

Il romanzo non è una denuncia, ma raccontando una famiglia italiana tra la fine del Novecento e l’inizio del nuovo millennio è anche una diagnosi di un declino culturale, politico e sociale. Fintanto che i personaggi si trovano in Italia vivono isolati dalla realtà, chiusi nei loro rapporti, scarsamente reattivi e privi di prospettive. L’allontanamento comporta la conquista di uno sguardo da lontano necessario a un nuovo inizio.

3. È anche una denuncia verso al facilità con le quali le famiglie vengono create e poi disperse? 

No, racconto una vicenda in fondo comune, senza intenzioni moralistiche. Si tratta di una famiglia creata da due giovani legati da anni e con le migliori intenzioni. Anche a in una famiglia che ha un inizio apparentemente solido si possono col tempo manifestare crepe profonde e lenti ravvedimenti.

4. Feuerbach asseriva che l’uomo si avvinghiava alla idea di Dio perché solo così poteva resistere ad una vita senza senso. A cosa si appiglia la madre dei gemelli, quando tutto finisce?
Dora si attacca alla cultura umanistica, ai libri, all’intelligenza, che sono sempre stati per lei un criterio d’identità, e a questi valori ispira la sua missione educativa di madre. Col tempo dovrà rendersi conto che questi fattori possono essere impotenti o non sufficientemente incisivi rispetto alle tensioni laceranti che attraversano la famiglia.
Grazie Paolo.A voi.