Sal Costa ci racconta il suo Mercante di Dio pubblicato per Bonfirraro Editore - Le interviste
Salvatore Massimo Fazio, intervista Sal Costa.Sal Costa, lo abbiamo incontrato, e rivisto dopo 27 anni, lo scrittore cool degli anni novanta, torna con una riflessione acuta e a tratti divertente, sulla sparizione di Gesù per 17 anni dai libri sacri. Tanto studio e tanto coraggio per, siamo certi, la nuova punta di diamante di Bonfirraro editore.
Buona lettura
BuongiornoSal, Il mercante di Dio,un romanzo di cui si sa poco. Qualcosa in più?Volentieri.Lereligioni mi hanno sempre appassionato, nonostante il mio solidoagnosticismo, grazie al quale ho potuto sempre mantenere il giustodistacco dai temi trattati, diciamo un’imparzialità intellettualeche mi ha consentito di approcciarmi alla materia a mente lucida,senza preconcetti e godere delle opere anche da un punto di vistameramente estetico oltre che contenutistico. In tal senso la Bibbiami ha rapito. In vero ero più interessato alla Bibbia ebraica, ilVecchio Testamento, ma poi ho preso a scorrere il Nuovo Testamento euna cosa mi è subito balzata agli occhi. Nei racconti deglievangelisti, nessuno dei quali, è bene sottolinearlo, era unapostolo di Gesù, narravano cose riportate, Giovanni era undiscepolo di Pietro, dicevo, nei racconti degli evangelisti non c’ètraccia di amore amicale fra gli apostoli e Gesù. Lo rispettano, lovenerano, ma non c’è quel rapporto di complicità e consuetudineche dovrebbe legare gente nata e cresciuta in piccole realtà, invillaggi vicini, quando non gli stessi, di poche centinaia, a voltedecine, di abitanti, in cui tutti si conoscevano, spesso eranoimparentati. Volendo cercare confronti letterari, Giasone coi suoiargonauti, come Ulisse e i suoi compagni sudditi, erano amici,mentre Gesù e i discepoli pare si conoscessero a stento. Almeno,questa è l’impressione che ho avuto. Mi sono chiesto, perché?Perché Gesù si era allontanato dalla Galilea per tutto il periododi cui i Vangeli non raccontano, 17 anni importantissimi nella vitadi chiunque, gli anni della formazione, dai tredici ai trenta, glianni che fanno di un bambino un uomo. Perché non narrarli?Semplicemente perché gli apostoli non furono testimoni di quelperiodo, stavano in Galilea a fare i pescatori, i pastori equant’altro, mentre Gesù era altrove. Da qui nasce il mioromanzo, l’altrove di Gesù, sulle rotte commerciali d’Oriente afare il mercante.
Diciassette (17) anni di buco nella storia delle religioni. Hai fatto una indaginecertosina... Certo, ci mancherebbe. Hoappena accennato un incipit, poi, resomi conto in cosa stavoimbarcandomi, ho lasciato tutto e mi sono messo a studiare, capirai,affrontare un romanzo storico con implicazioni teologiche non è ungioco. E non si è trattato solo della Bibbia, ho dovuto ricostruireun mondo ebraico, nonché ellenistico, sovrastato dalla potenzaromana. Ti lascio immaginare la sconfinatezza delle ricerche.Preziosi mi sono stati Flavio Giuseppe con le sue "guerreebraiche", ma ancor di più il Tacito delle "Historiae", ilcui V libro è un vero reportage giornalistico ante litteramsull’ebraismo dei tempi. E poi c’è il mio Deus ex machinanarrativo, il Kebra Negast, il testo sacro degli axumiti, icristiani copti d’Etiopia, la prima nazione ebrea ad abbracciareil cristianesimo già nel V secolo.
Conquesto romanzo, c’è un Sal Costa convertito? E cosa dirà la Chiesa?M’auguro tutto il bene del mondo.Ho rispettato il Gesù che i Vangeli mi hanno consegnato a tredicianni e l’ho lasciato a trenta, pronto per l’ultimo atto dellasua vita.Il mio sforzo è stato quello di non discostarlocaratterialmente da quello narrato nei Vangeli, l’unico modo, amio vedere, per renderlo letterariamente credibile, e familiare perun cattolico.
10/05/2018,esce il tuo libro, di Massimo Maugeri e Fabrizio Palmieri: pura casualità che tre siciliani affrontano tematiche di indagine escoperta? Mai nulla accade per caso,qualcosa si muove sempre nell’aria, in un dato luogo, e magari piùd’uno la coglie. Credo ci sia fermento. Lavoro e studio sono gliattrezzi del mestiere.
Ilmercante di Dio, potrebbe esser letto anche come denuncia per svelareciò che volutamente qualcuno ha nascosto?Unantisemitismo millenario, fomentato soprattutto dalla chiesa, ci hadipinto un Cristo nato "cristiano", una candida colomba venutafuori da un popolo abietto. Io cerco di rendere giustizia invece adun continuum culturale che porterà Cristo a espandere eduniversalizzare contenuti presenti nella religione ebraica, il suo èun andare oltre e non una contrapposizione. Gesù è un ebreoortodosso che combatte il primo talmudismo, un talmudismo che inquegli anni è già pratica religiosa vigente, nonostante le primestesure del Talmud risalgano al II secolo. Insomma, c’è a chipiace e a chi no,siamo fatti d’ebraismo più che d’ellenismo.
Cosa tiaspetti da questo romanzo?Domandada un milione di dollari... ecco, appunto, non sarebbe male: un milione di dollari. E tanto affetto.