A cura di Letizia Cuzzola
“Vento lupo e altre nove improbabili storie” (Edizioni Ensemble, 2020) di Ugo Mauthe lascia intontiti. È come quelle essenze che, quando apri la bottiglietta, ti entrano dentro e ti frastornano. Un concentrato lessicale, un arcobaleno moltiplicato.
Ha il sapore della letteratura francese, di Guy de Maupassant e delle sue minuziose descrizioni capaci di rapire il lettore e farlo ritrovare mentre attraversa un fiume con la sua dama.
«Il vento vedeva ogni cosa. Era sopra ogni cosa. Aveva un volo irregolare, quella notte, e imprevedibile. Se degli occhi lo avessero scoperto e seguito, subito l’avrebbero perduto». Ecco, sì, è un vortice in cui lo spirito inizia a volteggiare e gli oggetti, le sensazioni prendono Vita.
Cento pagine per racchiudere un microcosmo in cui pensieri banali, quotidiani diventano racconti, animi e umori narrati con parole cesellate, vergate e limate con la precisa intenzione di infilarsi nella mente del lettore, con la stessa coscienza di chi sa che: «Chi scrive una lettera sta sempre spiando la persona cui scrive perché quella persona non sa di essere pensata». Mauthe si pone, consapevolmente o no, dalla parte del lettore: lo scruta, ne vaglia le reazioni e lo spiazza.
C’è un che di nevrotico, psicotico ma tremendamente reale e razionale nei racconti che si lasciano leggere d’un fiato, al di là della brevità dell’opera. Mauthe cerca e diventa: «Uno che potesse raccontare com’erano state veramente le cose. Non com’erano andate. Questo era scritto. No, proprio com’erano. Cosa si provava».
Titolo: Vento lupo e altre nove improbabili storie
Autore: Ugo Mauthe
Editore: Ensemble
Pagg: 102
Prezzo: € 12,00
Valutazione: Impetuoso