A cura di Gianfranco Cefalì
Vertigine! Ponte, altezza, corda. (la quarta?) No, basta la prima. Bungee jumping (riferimento Giusto?) Sì. Sono in alto molto in alto mi devo buttare, devo? Voglio? Sì, ancora ancora ancora.
Trovo il coraggio e salto con tutto me stesso. Mi butto guardando giù, vedo puntini che riflettono.
Inizia il saliscendi che sembra infinito, su giù su giù su giù, è un continuo e questa fune elastica robusta sembra aver incamerato tanta forza quanto il mondo e il suo andare avanti e indietro non vuole cessare e io a testa in giù cerco di capire la realtà circostante. Sotto di me accanto a me un torrente un fiume in piena le rapide che scorrono in verticale e la portata di tale liquido è imponente e maestosa. Altra immagine: i fuochi d’artificio. Regrediamo: Siamo bambini. Quando la complessità è semplice e la semplicità è complessa.
Ci stupiamo di tutto quel lucore e quelle forme, che siano semplici stelle o fiori, fuochi dentro fuochi dentro fuochi dentro… ma siamo rimasti attaccati alla corda, e guardiamo tutto questo alla rovescia e siamo in un continuo ondivagare, stop! Riavvolgiamo il nastro, brutta questa espressione, torniamo indietro nel tempo, oppure avanti o al centro? Siamo sul ponte, sull’orlo con i talloni che ci sorreggono sul bordo, ora dopo tutte le immagini che abbiamo visto, ci buttiamo di nuovo? Sì! Io mi butteri dieci cento mille volte! Questa è la scrittura di Monica Pezzella. E questo libro di cosa parla? Parla di Ale di Marcel di lettere puntate di donne di amore di sesso di tutto e di niente, di case di spazi di binari di rotte, tracce bar insegne luminose m h motel hotel camere, e incontri il dolore la fame credi che sia normale? Non soltanto Dio non governa il mondo ma neppure io posso farci niente se non fosse così, sarebbe terribile. Erezioni, tentativi, capezzoli turgidi camicie vestiti riposti vestiti buttati, alberi la pioggia sui balconi contro le finestre, puttane donne girovagare e ritornare per poi perdersi per poi ritrovarsi per poi morire. Occupare gli spazi la vita il corpo il mondo, la tristezza il languore, di rette parallele di geometria perfetta e imperfetta ancora di amore e di abbandoni, di fine prima dopo e inizio e viceversa. Di malattia di quadri di musica di chiamate non corrisposte e collimazioni che avvengono e spariscono, di attrazione somatica e intellettuale, di richieste di aiuto di speranze nel trovare qualcosa, di accettare tutto o almeno una sua parte, di attese e richiami, possibilità e illusioni, prospettive. Disattese complicità. Fisicità e forza di gravità, seduzione. Dello stupore dello sfiorarsi e della controversia nascente dagli opposti che si attraggono e respingono insieme. E poi una Voce e che Voce! Sopra di tutto e partecipe assente presente onnivora! Questa è la trama? Sì e no. In realtà potrebbe essere riassunta in quattro parole: una storia… e le altre le sussurro nella mia mente, le lascio cadere verticalmente nelle vostre, perché qui la trama è ridotta all’osso, spolpata, scarnificata all’eccesso e io ho fame d’amore e ti desidero, ho fame di parole e le desidero, dovrò leggere e rileggere e rileggere ancora questa sessantina di pagine, ora? No. Non ora. Sono stanco esausto e lascio a voi il piacere di leggere questo libro.
Titolo: Binari
Autrice: Monica Pezzella
Edizioni: TerraRossa
Pagg.: 78
Prezzo: € 13,00