Da Life Style de La Sicilia del febbraio 2019*
*proprietà riservata del quotidiano La Sicilia
L’angolo socio-psico-pedagogico di Giusi Lo Bianco
Da tempi immemorabili in piazza Cavour (per gli amici “u buggu”), sopravvissuta ai restauri “scapagniniani”, si erge superba e sprezzante, femminile e sensuale, la statua di una divinità greca: la dea Cerere.
No.
Si sarebbe confusa “che ciniri da muntagna” e a catanese unanimità diventò la dea Atena Pallade.
A invocarla, nell’urgenza delle intenzioni e aiutata dal nostro meraviglioso dialetto, per comprensibili artefizi fonetici, ecco a voi “a tapallara”.
Sempre stagliata lì contro il cielo, sia che ci sia sole sia che piova, con la presenza di catanese canicola quanto di gelo chiaramente importato, irremovibile dalle sue posizioni. E, soprattutto, sempre in mezzo alla gente.
Sia chiaro: apparentemente colei sta lì solo per farsi guardare, ma attentamente osserva lo struscio nello struscio.
“Grossa è, Don Angelo”! Esclamerà qualcuno, ma questa è un’altra storia…
Torniamo alla nostra Atena declassata per amore. Nell’antica Katane, Ella era tra le pochissime figure femminili che potevano permettersi di esser sempre in giro senza che nessun osasse proferir verbo ingiurioso, se non il suo proprio nome: tapallara.
Impossibile insultarla e così la rabbia maschilista aveva come unico sfogo per la propria frustrazione il pronunciar bilioso del suo nome: “Si na tapallara”, illudendosi di offendere col proferir del nome come se Fetonte avesse colpa di chiamarsi tale, mentre in realtà era “l’autista” del carro del Sole, mestiere dignitosissimo e soprattutto illuminante.
E orgogliosamente tante siamo le tapallare di cui sopra.
Tra un aperitivo all’Una Hotel, un seltz limone e sale da Giammona, due linguine alle vongole alla Costa Azzurra e un panino da Achille, la scelta sarà solo di quell’istantaneo desiderio inattaccabile dagli sguardi dei “mummuriatori seriali”.
Ci vedrete da sole, a due a due, in gruppo, davanti Max Mara, ma anche a’ peschirìa, di giorno o di notte o in trasferta a Milano per un aperitivo sui Navigli o per una pipì da Tiffany.
Svettante dal piedistallo sul Borgo vi mando un caloroso saluto.