A cura di Anna Cavestri
Edoardo è un adolescente, un po’ impacciato e timido. Non sa esprimere i suoi sentimenti e ne soffre perché vorrebbe abbracciare e fare la lotta col padre come fa il fratello più grande Luca.
Lo avverte forte l’amore verso il padre ma non riesce proprio ad esprimerlo, così come è difficile per il padre ad andargli incontro.
È spesso fuori casa per lavoro. Edo come tutti gli adolescenti, vive in una sorta di sospensione, ha punti fermi di riferimento in primis nonna Carmela, la nonna è tutto, più della madre sempre molto presa tra lavoro e famiglia.
L’altro è suo fratello Luca.
E quando ha bisogno di riflettere o ha momenti di crisi ci sono gli scogli, il mare la salsedine e il maestrale, sempre pronti ad accoglierlo così com’è. Non ha tanti amici veri, i suoi compagni di scuola dove non va volentieri e quelli della squadra di calcio, è bravo nel gioco e promettente.
La sua fragilità subisce un primo brutto colpo nel momento in cui la nonna viene a mancare.
Edo si sente perso, la mancanza della nonna è una voragine che si apre sotto i suoi piedi.
Non bastasse, si trova a fare il conto con una serie di problemi che avvengono nella sua famiglia.
Edo non ha più voglia di andare a scuola, nemmeno di giocare a calcio, è arrabbiato, nervoso, si sente completamente incompreso. Gli adulti di casa non parlano con lui e nemmeno Luca è di aiuto.
Scappa Edo, e si lascia coccolare dal mare sugli scogli, dal vento, ma l’inquietudine non si placa. Quello che capita a casa è per lui ingestibile, e non è consolatorio scoprire che alcuni compagni hanno problemi simili. Soffre Edo, si sente solo a gestire tutto, non ce la fa e pensa anche alle cose peggiori.
Sente che deve andarsene da casa , vorrebbe entrare in polizia. Comincia a fare qualche lavoretto per essere più autonomo, comincia a studiare per fare il concorso per entrare in polizia, ma deve finire la scuola anche, serve il diploma. La situazione familiare precipita, Edo non sa darsi spiegazioni e nessuno gliele da, Luca alterna momenti in cui è con lui protettivo e presente a momenti in cui non gli parla.
Diventa scontroso e sempre più insofferente. Il vuoto lo sommerge, la madre non sta bene , col padre non riesce a parlare, Luca nicchia, la nonna non c’è più. Gestire tutto questo è per Edo uno sforzo di cui non si sente capace. Si ribella a modo suo, sta sempre più spesso fuori casa, studia al minimo delle possibilità, si strugge per l’impotenza che avverte per fronteggiare il declino che peggiora di giorno in giorno.
Barbara una ragazza che incontra per caso e rivede al mare e che diventerà la sua fidanzata è la nota positiva nella sua vita.
Finalmente qualcuno che lo ascolta, con cui parlare, qualcuno che lo ama e che lui ama. Anche da lei scappa quando capisce che gli sono state nascoste verità insopportabili. Scappa da tutti, non vuole vedere ne sentire nessuno. Convive con incubi e tanta rabbia Edo. Non c’è più spazio per i sogni. Sarà il fratello a recuperarlo e anche Barbara. E sarà la madre costretta dalle contingenze a svelargli il non detto che tanto lo ha
fatto soffrire. Edo attingerà a tutte le sue capacità e alla nuova forza che si sprigiona in lui per tessere un futuro migliore e pareggiare i conti.
Un libro che dalle prime pagine coinvolge, una scrittura fluida e pulita.
L’intreccio della storia e la caratteristica dei personaggi, che man mano vengono fuori con la loro psicologia ,completano al meglio il
romanzo. Una storia che tocca l’adolescenza con tutto il suo peso, la famiglia e la sua complessità dove tutto quello che accade è riscontrabile nella realtà.
Un libro che può essere letto tranquillamente da ragazzi e adulti e che potrebbe fare da cassa di risonanza e specchio di situazioni in cui molti si possono specchiare e se non in tutto, tutti in qualche parte.
Un invito alla lettura sentito.
Titolo: Il principe delle arene candide
Autore: Massimo Granchi
Editore: Arkadia
Pagg.: 144
Prezzo: € 14
Voto: 10